La civetta cieca, di Sadeq Hedayat (traduzione e introduzione di Anna Vanzan; Carbonio Editore), è uno straordinario romanzo pervaso di allucinazioni, lirismo e amore che può essere letto come una metafora dell’invocazione d’aiuto del protagonista a un mondo che non lo comprende o che lui è, più probabilmente, incapace di comprendere o di adeguarsi a esso.
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I piedi di Abdullah, di Hafid Bouazza (traduzione di Claudia Di Palermo e Valentina Freschi; Carbonio Editore), racconta in modo diretto, con coraggio, ironia, poesia, raffinatezza e spruzzi di cinismo le contraddizioni del mondo islamico e della tradizione magrebina.