«La musica è diventata una nota piè di pagina. Non c’è incontro, aperitivo, sagra, festa, appuntamento, convegno che non abbia la sua brava colonna sonora, distribuita un po’ a caso, come uno dei tanti fenomeni di distrazione di massa, senza gusto e senza speranza. Una condizione che è frutto di una lunga e complessa involuzione: già nel 1994, al tempo della prima edizione di questo pungente pamphlet, Manlio Sgalambro aveva capito che “la musica ha raggiunto il suo stato attuale da quando poté contare sull’ascoltatore come strumento inconsapevole”. A distanza di quasi trent’anni, quell’intuizione e gran parte delle argomentazioni che ne discendono sono ancora più valide e sensate, oggi, che la musica impazza ovunque, a dispetto della sua utilità o della sua inutilità, dato che “le implicazioni metafisiche” a cui necessariamente dovrebbe essere legata “sembrano sparite davanti a quelle sociali”.»
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