Snæbjörn Arngrímsson (1961), islandese, scrittore, editore e traduttore pluripremiato, ha scritto tre romanzi gialli per ragazzi, vincitori dell’Icelandic Children’s Book Award (2019) e del Reykjavík Children’s Literature Prize (2020). Un castello di bugie è il suo esordio nel thriller.

In un freddo pomeriggio di ottobre, la scrittrice Júlía e suo marito Gíó raggiungono in macchina il fiordo del Hvalfjörður e su un gommone preso in prestito si imbarcano per Geirshólmi, un isolotto deserto a pochi chilometri dalla costa. Júlía è in cerca di ispirazione per scrivere un testo su un’eroina delle saghe islandesi che proprio da quell’isolotto aveva portato in salvo a nuoto se stessa e i propri figli. Durante la gita, però, i due hanno una lite, e Júlía riparte sul gommone, lasciando suo marito su quel lembo di terra sperduto in mezzo al mare. Una volta in città, spinta dal rimorso, torna a Geirshólmi… ma di Gíó non c’è più traccia. Sapendo a malapena nuotare, è impossibile che sia riuscito a mettersi in salvo attraverso le acque gelide, ed è improbabile che qualcuno l’abbia soccorso. Eppure diversi indizi fanno pensare che Gíó sia ancora vivo, e che si diverta a perseguitarla… Sullo sfondo della remota Islanda, un thriller psicologico ad altissima tensione che, tra flashback e dettagli inquietanti, costruisce una fitta rete in cui verità e menzogna si succedono e si intrecciano, fino a confondersi del tutto.

Lo sapevo bene, che la menzogna e la verità in qualche caso si confondono e diventano una cosa sola.