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Un uomo giace a letto, vittima di un brutto incidente, e nel delirio della febbre e della morfina ripercorre i frammenti di un’esistenza trasfigurata dal ricordo e dal riflesso mutevole delle emozioni: l’agognata solitudine parimenti temuta e amata, l’incapacità di adeguarsi a un mondo dominato dall’ipocrisia, il rancore e il rimpianto verso un matrimonio infelice eppur rassicurante. Fatti, personaggi, istantanee di vita si delineano secondo un bizzarro schema numerico, mentre incombe su tutto “l’occhio verde”, ovvero l’incubo della lampada di un dirimpettaio, offeso a suo tempo dal protagonista e trasformatosi in enigmatico nemico.
Nella rinnovata traduzione di Franco Perrelli, Carbonio propone un’altra opera immortale di August Strindberg, il secondo libro di una trilogia iniziata con Solo. Scritto nel 1906, La festa del coronamento è un romanzo breve e folgorante che, anticipando il flusso di coscienza joyciano, si conferma uno degli esperimenti narrativi più audaci della letteratura europea del Novecento.
Collana Origine
Traduzione Franco Perrelli
Pagine 144
Prezzo 13,50 euro
Isbn 9791280794000
Uscita 7 aprile 2022
Franco Perrelli professore ordinario, insegna Discipline dello Spettacolo ed Estetica presso l’Università di Bari. Ha vinto il Premio Pirandello 2009 per la saggistica teatrale ed è stato insignito dello Strindbergspris della Società Strindberg di Stoccolma nel 2014. Fra le sue recenti pubblicazioni si segnalano: Le origini del teatro moderno (2016), Poetiche e teorie del teatro (2018), On Ibsen and Strindberg. The Reversed Telescope (2019), Kaj Munk e i suoi doppi (2020).
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«C’è in Strindberg una complessa passione per l’umanità, che passa per tanti stadi, non ultimo il timore dei suoi simili, e non si tinge mai di sentimentalismo: il suo è uno sguardo lucido nella forma, mentre dal profondo emerge lentamente una partecipazione che genera la materia del suo scrivere.»
``Domenica`` - Il Sole 24 Ore
«Arrivati alla fine della lettura, non abbandoniamo la storia con particolare rimpianto. Dal suo sguardo sul mondo, invece, ci si congeda con difficoltà. Del resto, con i classici capita spesso.»
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