STRINDBERG, IL TEMPO SOSPESO DELLA TRAGEDIA
di Giorgio Agnisola
«La narrazione di Strindberg ha un carattere eccentrico e singolare. Si svolge tra descrizione e percezione, metafora e citazione, con una sensibilità analitica tra il cinico e il dolente, con una cura quasi maniacale di registrazione dei connessi passaggi psicologici. Quasi non si avverte, leggendo, che ci troviamo in un secolo passato […]. Ne deriva non già un racconto cronologico quanto un universo composito di emozioni e riflessioni. Prova ne sia che il tempo, nel succedersi delle pagine, quasi non scorre. […] Il lettore finisce per essere un testimone, immesso in una tragedia che non gli appartiene, di cui però avverte fin dalle prime pagine il carattere pervasivo, di cui non sa liberarsi e lo cattura intimamente.»
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Avvenire, 14 giugno 2022