Mei Fong, giornalista sino-malese (oggi vive negli Stati Uniti) e premio Pulitzer 2007, nel volume Figlio unico affronta uno dei temi più inquietanti e affascinanti della Cina, ovvero la politica del figlio unico. Decisa e inaugurata nel 1980 con lo scopo di diminuire la crescita della popolazione, in modo che non impedisse la crescita economica – si diceva che troppi figli avrebbero anche creato eccessivi costi – è stata abolita e riformata nel 2015 quando gli effetti di quella decisione del Partito comunista cinese erano apparsi in tutta la loro crudeltà: la popolazione cinese invecchia, manca forza lavoro, la società si prepara a essere dominata dalla generazione dei figli unici. E dire che questa scelta cinese, discutibile ma da più parti lodata, ha finito per essere accettata come una scelta «lungimirante» anche dalla stampa internazionale (dall’Economist per esempio).