LA GABBIA DI VETRO sul “FATTO QUOTIDIANO”

Quando indagare sul male diventa politica

Così Fabrizio D’Esposito nella sua rubrica D.C. (Dopo Christie): «Colin Wilson è morto un lustro fa. Divenne famoso più di sessant’anni fa, nel 1956, con The Ousider. […] Un’opera anti-borghese, contro il Sistema, e che rispunta prepotente in La gabbia di vetro, scritto dieci anni dopo The Outsider. Stavolta Wilson studia la mente di un serial killer (attraverso il personaggio dello studioso-detective Reade, ndr) e parte da un’immagine cupamente bucolica.
Quella di Damon Reade, giovane ma già considerato il più grande esperto inglese di William Blake, poeta con l’ossessione della Bibbia e una decisa inclinazione per il misticismo. Reade vive da solo in campagna, nel nord dell’Inghilterra. I suoi vicini di casa, si fa per dire, sono gli “zingari” del villaggio, evitati da tutti, e che prendono pure il sussidio. Razzismo e reddito di cittadinanza, mezzo secolo fa».

Il Fatto Quotidiano – D.C. (Dopo Christie)_Wilson – La gabbia di vetro_1.03.2019

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