Scrive Diletta Crudeli: “è in questo primissimo romanzo che la figura dell’outsider prende forma davvero, creando un vero e proprio – l’etichetta in questo caso non sbaglia – thriller metafisico. […] Bildungsroman, thriller e una sotterranea componente fantastica/weird sono i tre assi che sostengono Riti notturni […] è il mistero del killer a fornire la direzione del romanzo, ma allo stesso tempo è l’elemento che annulla la direzione stessa, creando un cortocircuito nel protagonista. L’identità del killer che semina il panico a Londra corre parallela alla crescita interiore di Gerard Sorme; mentre il primo compie nuovi delitti, l’altro cercherà di comprendere cosa davvero deve fare della sua vita, dopo l’epifania che lo decreta un outsider.”
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