LA CIVETTA CIECA recensito su “Books and other Sorrows”

Scrive Paolo Melissi: “Su tutto campeggia la sorprendente capacità di Hedayat di rendere viventi gli elementi che hanno a che fare con la morte, e mortalmente impressionanti quelli che (apparentemente) hanno a che fare con la vita, con un’intensità e una forza espressiva che, trasposte sul piano figurativo, farebbero pensare ai disegni di Alfred Kubin. Questa direzione non perde forza nemmeno nella parte ‘indiana’ del racconto, dunque: si passa dalla donna dagli occhi terribili e dal suo seppellimento all’interno di una valigia, dopo essere stata tagliata a pezzi, alla figura sinistra del macellaio, figura emblematica per il vegetariano Hedayat, passando per le rovine dell’antica città di Rey e per il ritrovamento di un vaso dalle caratteristiche decisamente inquietanti. Un passaggio dopo l’altro, si giunge alla conclusione, che si ricongiunge con un geniale clic all’inizio della storia. Hedayat ne esce da maestro, unificando la/le realtà e la personalità dell’io narrante, con un effetto straniante e angoscioso. In sintesi: l’Io nel labirinto.”

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