Scrive Arianna Boria: “Quel che rende il libro irresistibile, è il registro apparentemente asettico dell’autrice, il distacco con cui descrive ogni incontro ravvicinato, ogni dettaglio sconosciuto dell’industria della morte, senza renderlo schifiltoso, respingente, ma riuscendo a farci sorridere, ridere, arrabbiarci, empatizzare. […] Da quella prima esperienza, il suo diario dal crematorio ci svela ogni risvolto surreale, drammatico, ridicolo del meccanismo che si mette in moto quando lasciamo questa terra, compresi gli aspetti speculativi.
[…] Oggi, dal suo sito, Caitlin racconta la morte al tempo del Covid 19, l’epidemia che l’allontana ancora di più dall’essere accolta e partecipata. Ma per lei non ci sono dubbi: niente funerali in live streaming.”