Julia von Lucadou intervistata su “PlayBoy” da Francesca Acquati a proposito de LA TUFFATRICE

Un’intervista che affronta i temi più pregnanti di questa contemporaneità social dove il concetto di privacy è sempre più in pericolo.

PB La psicologa Hitomi durante una sessione di osservazione su Riva si domanda: “Mi chiedo quante frasi pronuncio in un giorno”. Mi ha fatto riflettere su quanto sia intenso il ruolo del giudizio per noi, soprattutto nei social media. Possiamo davvero essere spontanei, oppure rimane sempre il timore che qualcuno usi le frasi che pubblichiamo per giudicarci? E non è anche questa una forma di controllo sociale?


JvL I social media rendono sicuramente più visibile il controllo sociale e lo intensificano perché ne amplificano la portata, li trovo molto affascinanti perché illustrano davvero quanto intenso sia il ruolo del giudizio che tu menzioni nella nostra società. Penso che abbia a che fare con questa idea di perfezionismo e auto-ottimizzazione che è così diffusa nelle società capitaliste. Ti misuri in continuazione con qualcun altro ma fallisci, perché ci sarà sempre qualcuno più carino, più forte o più arrivato di te. Così hai costantemente la sensazione di dover migliorare. Ma le immagini su Instagram non rappresentano la realtà. Sono filtrate. Quindi ti stai misurando con uno standard impossibile e inizi a filtrare anche te stesso. Devi controllare ogni dettaglio di ciò che dici e di quello che fai perché potrebbe essere giudicato molto severamente. Io penso che ciò che ci rende speciali siano i nostri difetti, le nostre idiosincrasie, le cose che non si adattano perfettamente a un’immagine o a un brand.

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