Così la russista Valentina Parisi sul romanzo di Vladimir ORLOV:
“Ribaltando la credenza che individuava nelle creature diaboliche nient’altro che «angeli ribelli», l’autore – nato a Mosca nel 1934 e scomparso cinque anni fa – crea la figura speculare di un demone riottoso e «incapace», cui l’obbligo professionale di odiare l’umanità provoca solo spaventosi mal dipancia. Quella di Orlov è una demonologia alla rovescia (non a caso, leggendo al contrario il nome Danilov si ottiene Volinad, in omaggio al diavolo Voland del Maestro e Margherita), una rilettura di tutto l’immaginario infernale russo e non, dove abbondano gli spunti satirici.”