Scrive Tatiana Vanini: “Questo romanzo mette nero su bianco le violenze che si sviluppano all’intero delle mura domestiche, le urla inascoltate, le denunce non portate avanti per i più svariati motivi: dalla privacy all’indifferenza, dall’incapacità nel distinguere il vero dal falso alla semplicità di occuparsi di altro, che non sia così scomodo. […] La lettura procede spedita, costantemente alimentata, sostenuta dalla curiosità e dalla volontà di capire, mentre il lettore si confronterà con l’etica della società e l’etica della sua privata coscienza: cosa è davvero giusto o sbagliato? Dove si ferma la giustizia e comincia la vendetta? Un atto che porta salvezza è sempre sbagliato se comporta la morte di un mostro? Si può dare il titolo di vittima ad un carnefice e viceversa?”
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