FUMO NEGLI OCCHI e altre avventure dal crematorio su “thrillerCafé”

 «Perché parlare di un saggio in uno spazio tutto dedicato al thriller? I thriller, nel senso più estensivo del termine, sono pieni di morte: che si parli di libri, serie tv o film, che siano i classicissimi gialli di Agatha Christie o adrenalinici action sui narcos, quasi sempre alla base c’è un omicidio. Ma si tratta quasi sempre di un incidente di percorso, un espediente narrativo per avviare l’indagine che è il vero cuore del thriller: difficilmente alla morte dedicato più di un momento di attenzione […]. Nei thriller tutto parla di morte, eppure questa viene rimossa: come del resto avviene spessissimo nella nostra cultura occidentale.

Nel suo memoir Caitlin Doughty, con estrema leggerezza del tutto priva di superficialità, racconta tutti gli aspetti ad essa legati: quelli fisici, compresi quelli del trattamento del cadavere raccontati con professionalità e schiettezza (del resto, in dalla prime pagine del libro l’autrice ci avverte che questa non è un’opera per un pubblico schizzinoso). Quelli umani, perché chi muore lascia famiglie, relazioni, problemi e situazioni in sospeso. Quelli professionali, perché intorno al caro estinto c’è una fiorentissima economia. […]

L’intento dell’autrice è quello di normalizzare l’idea della morte, di riportarci all’idea che questa è una parte della vita […]

Attraverso queste pagine così deliziosamente lievi, eppure colte ed empatiche, vengono spezzati tabù e luoghi comuni per un’idea di fine vita che permetta il fluire del dolore e la costruzione della memoria. Fumo negli occhi è un libro vitale, profondo, irriverente e divertente che ci invita a rivoluzionare la nostra idea di morte.»

Leggi la recensione di Marina Belli cliccando qui

 

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