«La narrazione […] rispecchia l’arrendevolezza e la precarietà di un presente ancorato a un irrimediabile distacco. Il bistrò delle delizie ospita l’origine intima dell’amicizia, accoglie il contenuto della perplessità nella tristezza del futuro, riceve, nel solidale convivio, la partecipazione filosofica e intelligente dell’osservazione, il contatto affettivo, il sostegno della solidarietà. Tuğba Doğan custodisce la meraviglia della condivisione, la familiarità dell’antica confidenza di una sentenza che rinnova la fermezza della difficile questione: andarsene via o restare. Celebra il carattere eterno e inafferrabile del piacere, la fedeltà immediata del cuore, confessa il tremore di ogni sentimento, come in epigrafe: “Se il cuore potesse pensare, rinuncerebbe a battere” (Fernando Pessoa).»
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