Scrive Diletta Crudeli: “Il romanzo di Pashley ricorda i primi romanzi di Chuck Palahniuk e vi si proiettano lunghe ombre della Transgressive Fiction; esseri umani ai margini della società i cui corpi sono in costante distruzione, rimozione o trasformazione, identità frammentate che cercano di ritrovare il proprio valore e il proprio posto. […] con la sua canicola, i suoi corpi incendiati e mai dimenticati è la promessa di una narrativa che cerca di andare sottoterra, per ritrovare, per far riemergere, e sicuramente la certezza di una voce che sa quali fili tirare per tessere un grande schema spietato ma capace di condurre, alla redenzione.”
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