il manifesto. Masha Gessen, quando il terrore centroasiatico è storia americana

Dopo che il 29enne di origine uzbeka Sayfullo Saipov ha seminato morte e terrore nel Lower West Side di Manhattan, il presidente Trump è tornato ad agitare lo spettro di un terrorismo «straniero» che nulla avrebbe a che fare con la società americana. L’inchiesta condotta dalla giornalista moscovita, da tempo trasferitasi a New York, Masha Gessen, – I fratelli Tsarnaev. Una tragedia moderna – in seguito all’attentato alla maratona di Boston, compiuto il 15 aprile del 2013 da due fratelli ceceni, ma cresciuti nel Massachusetts, Tamerlan e Jahar Tsarnaev, offre più di uno spunto per replicare a queste invettive xenofobe e che mal illustrano la realtà degli Stati Uniti. Masha Gessen sottolinea come la storia dei fratelli Tsarnaev sia prima di tutto una storia americana:«Bastava essere nati nel posto sbagliato, nel momento sbagliato, come capita a molte persone, non sentirsi mai inseriti, vedere sfumare tutte le occasioni, anche quelle apparentemente a portata di mano, finché l’occasione di essere qualcuno finalmente, quasi casualmente si presenta». Più che chiudere le frontiere si tratta perciò di capire cosa sta accadendo all’interno del paese. (Guido Caldiron, il manifesto, 3 novembre 2017). il manifesto_03_11_2017

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