Scrive Diletta Crudeli: «Non ci sono vie di uscita una volta che si mette piede nel mondo degli uomini. Hedayat non solo ricostruisce il clima e l’ambiente iraniano nei suoi racconti, ma va a sottolineare, come in tutte le sue opere del resto, l’incolmabile differenza tra apparenza e realtà. C’è una stortura di fondo, una presenza impossibile, una forza che impedisce a chiunque di arrivare fino alla radice dei propri desideri. Se non forse, come indica il finale del racconto che dà il titolo alla raccolta, l’annientamento.
Realtà e apparenza, desiderio e svelamento, sono due mondi che sembrano continuamente provare a cucirsi e sovrapporsi sulla pelle dei suoi personaggi. Ma forse c’è una maledizione in corso, come in La civetta cieca che ostacola tutti i cuori dei protagonisti. Storcendoli, mutandoli, portandoli lontano rispetto alle loro case.»
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