IL VECCHIO SCAPOLO recensito su “Pulp Magazine”

ADALBERT STIFTER/ BOSCHI, CIELI STELLATI, ANIME…

di

Alessandro Fambrini

«Sospeso nella dimensione mitica, quasi astratta delle sue storie, proprio per la sua inattualità Stifter non ha mai smesso di essere attuale. Ne è la prova questo Vecchio scapolo (1844 e 1850), riproposto da Carbonio nell’elegante traduzione di Margherita Carbonaro […] un rifiuto della modernità che si realizza attraverso una calata nell’arcaico e nel simbolico, e che finisce per essere, quasi suo malgrado, una delle radiografie più significative della modernità stessa

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PulpMagazine, 17 ottobre 2024

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