JILL DAWSON intervistata su “Satisfiction” da Domenico Paris a proposito di Un inutile delitto

È molto interessante la struttura binaria della narrazione, con l’intrecciarsi delle voci di Mandy e Rosemary nell’avanzare della trama. Come mai ha scelto di utilizzare questa duplice prospettiva?

Volevo che due ragazze, due tate, due “uccelli” (lo slang utilizzato negli anni ’70 per “ragazze”) fossero al centro del romanzo. Se fosse stata solo una ragazza, sarebbe stata in qualche modo solo un’estranea nell’elegante mondo dei suoi datori di lavoro, ma in questo modo, col fatto che le ragazze sono due, spero che il tutto assuma un senso diverso. Nelle mie pagine, il loro mondo, la loro cultura, diventano il motivo di interesse principale per il lettore, mentre quelli dei suoi datori di lavoro – Lord e Lady Morven – tendono a rimanere più sullo sfondo.

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