LA CHIOCCIOLA SUL PENDIO recensito su “La Bottega del Barbieri”

Scrive Daniele Barbieri: “Nell’età d’oro della fantascienza anglo-americana girava l’idea che la fantascienza sovietica (e dell’Est Europa) fosse ottimista, banalotta e di regime. Certo esisteva anche quella ma basta aver letto i fratelli Strugackij o il polacco Lem per capire che la fantascienza “venuta dal freddo” era di grandissima qualità e spesso serviva ad aggirare la censura (come del resto accade nelle “democra-ture di mercato” o nelle teocrazie dette islamiche). Qui anche chi legge in modo più superficiale intende subito che si ridicolizza il potere, che il grigio o gli uomini senza faccia sono metafore del socialismo “versione formicaio” e/o di futuri incomprensibili. Ma allora perché i censori lo hanno fatto passare? Forse perché non lo avevano capito? Per un burocrate il maggior pericolo è proprio quel che non capisce… E comunque – come spiega nella postfazione Boris Strugackij – gli autori dovettero tagliare e poterono pubblicare la versione originale solo con la Perestrojka «quando divenne possibile pubblicare tutto». Risultato? In Russia andò “male” (solo un milione e 200mila copie; non è una battuta) ma all’estero ci furono 27 edizioni in 15 Paesi.”

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