LA CITTÀ CONDANNATA recensito su “CultWeek”

LA CITTÀ CONDANNATA: VIAGGIO AL TERMINE DELL’OSCURITÀ

di Flavio Villani

«se c’è un’opera, non solo tra quelle dei fratelli Strugackij, ma tra tutta la produzione letteraria russa del XX secolo, che appartiene senza il minimo dubbio alle grandi opere, imperfette, torrenziali, in grado di aprire vie nell’ignoto, come Il dottor Živago di Boris Pasternak e Vita e destino di Vasilij Grossman, quella è La città condannata. […] Il mondo de La città condannata è […] un mondo […] che i fratelli Strugackij non si danno nemmeno la pena di spiegare al lettore, che per farsene un’idea è costretto a carpire informazioni qua e là, senza però giungere mai alla piena comprensione. […] Nel mantenere quest’impostazione gli autori sfoggiano una coerenza d’acciaio e trascinano il lettore in un percorso oscuro dalle svolte imprevedibili (ci sarà una rivolta, l’instaurazione di una dittatura e una missione da compiere), fino a lasciarlo solo sull’orlo di una soglia, o di un abisso, immerso in un profumo di pulito, di sacro. Solo allora il lettore capirà che i fratelli Strugackij sono stati una guida, come il Philip K. Dick de La trilogia di Valis»

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