«Una sanguinaria metafora per gli uomini di lettere maledetti a soffrire. La metafisica scardanelliana, disillusa, cinica, spesso insondabile, forse ci rammenta che i morti possono morire più volte finché non si innescano cortocircuiti epistemologici che ci conducono a scoprire in primis che cos’è la memoria.»
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