L’ALBERGO DELL’ALPINISTA MORTO recensito su “Russia in Translation”

«Il libro scorre agevolmente dall’inizio alla fine, la caratterizzazione dei personaggi è riuscitissima ed avvincente, gli avvenimenti che si susseguono sono abbastanza intricati da tenere l’attenzione sempre alta, fino al culmine del finale, del tutto imprevedibile e concitato.

Alla fine gli Strugackij ebbero comunque problemi per pubblicare il romanzo. Sebbene la trama non presentasse ostacoli di tipo sovversivo, contro il Paese, gli autori non si erano impegnati abbastanza. La storia mancava totalmente, secondo gli editori, di ispirazione patriottica comunista. Non c’era abbastanza lotta di classe, mancava un messaggio politico in fondo a questo giallo ambientato su monti geograficamente indefiniti.

Inoltre, alla censura non piacevano proprio gli antagonisti. Che razza di nemici erano dei banali gangster, come se ne sarebbero potuti trovare dappertutto? In un libro russo non c’era spazio per i gangster, non erano abbastanza cattivi, ma soprattutto non mettevano abbastanza in luce loro, i russi. Se pensate che sembri assurdo contestare gli antagonisti di un’opera di fantasia come poco costestualmente e strumentalmente rilevanti per la causa, aspettate di sentire l’alternativa imposta agli Strugackij per pubblicare il libro.

“Neonazisti”. Buffo, vero?»

La recensione di Giulia Cori da leggere cliccando qui

 

 

 

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