PERCHÉ QUESTO ROMANZO DISTOPICO È ANCORA PIÙ INQUIETANTE DI 1984 DI ORWELL

di

Paolo Banfi

«Il Potere di Le Brogne dobbiamo tutto immaginarcelo. Sappiamo solo (o, almeno, crediamo di capire) che è mosso non da smanie dittatoriali o tiranniche, ma da una sorta di pietas sociale, dalla preoccupazione di evitare il conflitto sociale, attraverso la totale abolizione degli stimoli individualisti che possono portare a deviazioni, alla limitazione della libertà altrui, ai conflitti. Il Potere di Le Brogne, insomma, attua l’Uguaglianza e la Pace Sociale, attraverso l’abolizione, o quanto meno il rigoroso controllo amministrativo, delle libertà individuali. […] un piccolo gioiello di eleganza e profondità, offrendo al lettore, annichilito dalla distopia di un futuro che stiamo, volenti o nolenti, allestendo proprio oggi e con le nostre mani di cittadini consenzienti, uno spunto di speranza. […] un romanzo e non solo; un profondo, inquietante capo d’accusa.»

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