Dopo una puntualissima presentazione dell’autore e contestualizzazione del romanzo, Salvatore Carrubba ci introduce nel ‘clima narrativo’ de L’incognita selezionandone, e facendoci ascoltare, uno dei brani più emblematici e intensamenti struggenti: il discorso tra il protagonista, il matematico Richard Hieck, e il più maturo collega Kapperbrunn, il quale gli ricorda senza mezzi termini la “volubilità delle leggi dell’universo” portando Hieck a consolidare dentro di sé la scoperta “che è solo nella solitudine del cuore che tutto è assoluto”, solo lì “vale la pura e semplice legge”. Bastano queste frasi a dare l’idea di tutta la maestosità stilistica, lirica e lessicale di Hermann Broch.
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