Scrive Valerio Calzolaio: “Siamo nella swinging Londra notturna di fine anni Cinquanta, narrazione tutta in terza fissa sulla mente e sulle azioni del giovane sensibile perdigiorno, sui suoi sogni e incubi, sulla sua (già radicata assoluta) idea del mondo e della (eventuale) morale, sulle situazioni esistenziali inconsuete e ‘al limite’ che si trova ad affrontare, un po’ curioso e un po’ travolto da ribrezzo e fascinazione.