FINALMENTE CI HAI TROVATI: recensione e intervista a Edgar SELGE sulla rivista “Andergraund”

UN TURBINOSO SCAVO NEI RICORDI

di

Viviana Santovito

«Quello di Edgar Selge è un curioso fenomeno editoriale, prossimo alla vicenda di un gigante della letteratura in lingua tedesca, Theodor Fontane. Come il rinomato autore prussiano, anche quello di Selge è un esordio letterario tardivo, in questo caso all’età di settantatré anni. Ma in fondo, è possibile definire la categoria del “tardi”, quando è l’urgenza del racconto a dettar legge?»

VS: Un tema centrale della sua opera è la decostruzione del modello di famiglia tradizionale. I coniugi Selge, suoi genitori, vengono colti nelle loro contraddizioni più profonde, divisi tra un’immagine pubblica di rispettabilità ed autorevolezza e dei comportamenti privati all’insegna della violenza, dell’inquietudine e del rimpianto. Secondo lei, il successo del suo romanzo può essere un indicatore di quanto il suo racconto abbia toccato le corde di molti altri figli, alle prese con le conseguenze dei traumi irrisolti dei propri genitori?

ES: Posso solo essere d’accordo con lei. Nella sua domanda c’è già la risposta. “La famiglia” contiene, in qualità di cellula sociale, tratti sia fascistoidi che umani e civilizzati. Noi ci rifiutiamo di continuo di accettare questa contraddizione nella sua verità produttiva. Del resto, ci basterebbe leggere attentamente Shakespeare per comprendere quanto antica e significativa per lo sviluppo delle nostre società sia questa contraddizione. Per questo motivo Re Lear gioca un ruolo importante nel libro.

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