“si rimane sorpresi di come l’autrice riesca a far nascere nel lettore diverse riflessioni intime sull’esistenza stessa e sullo sviluppo di una mente perversa e criminale.
Con grande naturalezza lo scontro tra buono e sbagliato si assottiglia sempre di più, causando nel lettore il contrasto tra voler finire il libro per scoprire come va a finire e quello di sospenderne la lettura per non finirlo mai.