Forte di una liricità senza pari, Hedayat realizza un unicum, un viaggio dannato nella mente di uno sventurato uomo qualunque, simbolicamente incarnatosi nella civetta – portatrice di sventura nella cultura persiana – e lo sostiene con uno sconvolgente talento letterario che costringe l’immagine a farsi incubo e l’incubo a farsi concretezza e lo pianta davanti agli occhi del lettore, come un tragico cipresso, inestirpabile, eterna maledizione naturale, attraverso i cui rami passano tutti i segreti, i sogni e le ossessioni degli uomini, costringendolo a guardare, innamorandolo al punto da diventarne dipendente.