SPECIALE SOLO di August STRINDBERG sul blog “Convenzionali”

«La confessione del protagonista e io narrante, uno scrittore che non solo è un chiaro alter ego di Strindberg ma ricorda anche Beckett, Svevo, Joyce e tante incarnazioni dell’uomo novecentesco. […]

L’indagine dell’isolamento come opportunità di metamorfosi e crescita: un capolavoro che torna sugli scaffali sotto una nuova luce. Da non perdere».

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IL MAESTRO CHE LE SBAGLIA TUTTE, O QUASI: FRANCO PERRELLI RACCONTA STRINDBERG – Intervista

L’essere umano deve fare i conti con la solitudine e l’arte che ne parla ci aiuta quantomeno a prenderne le misure nelle cose che nella vita contano: l’amore e la morte per l’appunto.

Franco Perrelli

G.O.: Che opera è Solo?

F.P.: Un romanzo (breve), che appartiene a un segmento «intimo» della narrativa di uno Strindberg che guardava soprattutto a Balzac. Una forma di «scrittura da camera», direi, che di poco anticipa i suoi «drammi da camera» e che – analogamente a questi – potrebbe essere definita dalla formula: «il motivo piccolo, trattato particolareggiatamente, pochi personaggi, grandi punti di vista, fantasia libera, ma una costruzione basata su esperienza e osservazione».

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