C’è un passato che non finisce mai. Ufficialmente abolita nel 1964 (sic!) la segregazione razziale negli Stati Uniti continua a dividere la società. Le violenze sui neri di poliziotti oltre i limiti e oltre la legge, il movimento Black Lives Matter, sono solo la punta di un iceberg di una società multiculturale – forse quella più importante a livello mondiale – che non riesce a trovare una pacifica convivenza. Questo scenario fa da sfondo a Holy City, il romanzo opera prima di Henry Wise, pubblicato da Carbonio. Molto più di un thriller, Holy City è ambientato nella Virginia delle piantagioni di tabacco e delle paludi dove si nascondevano gli schiavi in fuga dalle catene e dalle farm dei grandi proprietari terrieri bianchi. Oggi zona di confine tra una comunità bianca disgregata e una popolazione afroamericana alla deriva.

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