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Ciao, sono Clarissa!
Mi piacciono le giornate di pioggia, i bei libri e le tazze fumanti di tè verde.
La mia grande passione è il Giappone.
Venite a scoprire attraverso i miei romanzi
questo Paese meraviglioso.
Curiosità dal Giappone
Ayu
Nella vicenda di Miwako molti sono i dettagli apparentemente casuali che assumono un significato più profondo. Quando Ryusei e Chie arrivano a Kitsuyama, il villaggio incantato sulle montagne, la signorina Sugi prepara una colazione a base di ayu, un pesce di fiume tipico del Giappone. Gli Ayu, chiamati anche “pesci fragranti” per il loro profumo piacevolissimo, fresco e dolce che ricordare l’anguria o il cetriolo, sono pesci migratori bellissimi e delicati; la particolarità della specie è che la loro vita dura un solo anno, dallo schiudimento alla deposizione delle uova, si spostano dal fiume al mare per poi risalire di nuovo al fiume nativo. Un po’ come Miwako, che fa ritorno alle origini per andare incontro alla fine.
In alcune zone del Giappone, il pesce ayu è pescato con una tecnica particolare, antica di 1300 anni: quella della pesca con dei cormorani addestrati.
Gatto
I gatti, si sa, hanno un ruolo importante nella cultura Giapponese, e spesso vengono considerati un vero e proprio ponte tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti.
Un po’ come Tama, che non sembra cogliere la differenza, oppure il gatto misterioso che aiuta Chie e Ryusei a ritrovare la strada nella foresta.
Questo episodio ricorda la leggenda del gatto e del samurai. Il samurai Li Naotaka un giorno si recò poco fuori Edo (l’odierna Tokyo) per una battuta di caccia con il falcone. Mentre si trovava nei pressi del tempio di Gotoku-ji, in un’area che oggi corrisponde a Setagaya, Naotaka notò che il gattino dell’abate lo stava invitando ad avvicinarsi al monastero con dei cenni della zampina. Incuriosito, il guerriero si diresse verso il gatto e un attimo dopo un fulmine squarciò l’aria e colpì proprio l’albero vicino a cui si trovava fino a un istante prima.
Ma non è questa leggenda, seppur molto sentita, ad aver date origine alla famosa statuita porta fortuna “maneki neko” – il gatto con la zampetta alzata.
L’usanza di posizionare una statuina del maneki neko nacque intorno al IXX secolo ad Asakusa. In quegli anni, nel quartiere abitava una vecchia donna, così povera che fu costretta ad abbandonare il proprio, amatissimo, gatto perché non era più in grado di nutrirlo. Pochi giorni dopo, però, il gatto le apparve in sogno e le disse che, se avesse creato una statuetta a sua immagine, lui le avrebbe portato fortuna.
La vecchia si recò da un ceramista e si fece creare delle statuine a forma di gatto; dopodiché si mise a venderle fuori dal santuario di Asakusa… Inutile dire che in pochissimo tempo tutti gli abitanti della città cercarono di accaparrarsene una! È così che la vecchia pose fine ai suoi problemi economici e il maneki neko è diventato un oggetto popolarissimo.
Goukon: appuntamento al buio di gruppo, solitamente organizzato da una potenziale coppia, uniche due persone a conoscersi.
Jizou: statue che raffigurano il bodhisattva Kṣitigarbha, protettore dei viaggiatori e dei neonati defunti. Il folklore giapponese pone grande enfasi sulla difficoltà dei bambini nati morti di raggiungere l’aldilà a causa della frustrazione di non aver avuto una famiglia. Per questo riveste una particolare importanza il culto dei Jizou, che molto spesso vengono adornati con bavaglini e cappucci, opera delle madri dei bambini defunti.
Kaiseki: pasto tradizionale distribuito su piccole portate, in cui particolare attenzione è prestata all’aspetto estetico e si prediligono ingredienti stagionali, richiamati dall’aspetto dei piatti, decorati con fiori commestibili e composizioni a tema naturale.
Koden-gaeshi: dono monetario offerto come forma di riconoscenza (specialmente in ambito buddhista) dai familiari di un defunto, al termine del periodo di lutto, a coloro che in occasione del funerale avevano donato alla famiglia un koden-bukuro, dono monetario.
Miko: giovani donne che prestano servizio nei santuari shintoisti.
Ryokan: locanda tradizionale giapponese con pavimentazione in tatami, futon e bagno esterno comune.
Onsen: tradizionali stazioni termali.
Tasuki: accessorio che ha la funzione di reggere le lunghe maniche dei kimono.
Ukiyo-e: tipo di stampe su carta eseguite tramite xilografia, nato e divenuto popolare in Giappone tra l’inizio del XVII e la fine del XIX secolo. Il nome significa letteralmente ‘immagini del mondo fluttuante’, in riferimento all’ambiente vivace ed evanescente di Edo, Kyōto e Ōsaka. Proprio la vita cittadina era uno dei temi dominanti, ma anche situazioni erotiche, spesso censurate. Opere a basso costo, pensate per essere fruibili ai più, furono di grande influenza per gli impressionisti.
Torii: tradizionale portale d’accesso a un santuario shintoista o a un’area sacra, solitamente rosso.
Questa è la mia traduttrice, la scrittrice e orientalista Viola Di Grado, che con le sue preziose note rivela molte curiosità sulla cultura nipponica!
Lei invece è una bellissima gatta calico, Tama, che ci accompagnerà in questo viaggio alla scoperta di un mondo molto speciale. Anche Tama, come me, ama la pioggia.
I miei libri
Ultime recensioni
Mistero e dramma familiare insieme, un libro dai toni sommessi e bellissimo. L’autrice ci offre un punto di vista affascinante sulla società giapponese e una rappresentazione del lutto e del dolore che è universalmente riconoscibile.
San Francisco Chronicle
Un racconto postmoderno che supera le barriere tra i generi e spazia dal noir al realismo magico con una complessità, una suspense e un coinvolgimento emotivo che lasciano davvero il segno.
Library Journal
Un romanzo che rievoca le atmosfere surreali di Murakami, gli incubi di Abe Kōbō, la gioventù alienata di Yoshimoto e gli amanti sfortunati di Kawabata. Ma Rainbirds è una creatura diversa, un noir contemporaneo che trascina il lettore in un paesaggio inquietante difficile da dimenticare.
LA Review of Books
Emozionante, deflagrante, sospeso a mezz’aria, armonico nel descrivere gli stridenti contrasti che tassello dopo tassello compongono la realtà nipponica, tra tradizioni indiscutibili e slanci di modernità, caratterizzato da un’altissima e soave qualità di scrittura, è da non perdere per nessuna ragione.
Convenzionali
Rainbirds trascende la letteratura di genere, adornandola di visioni, riflessioni e punti di vista assolutamente intimi, costruendo un percorso che privilegia la rarefazione all’azione, in puro stile Murakami.
Milano Nera
Potrei descrivere questa storia come una tela bianca cosparsa di macchie blu. Il bianco del minimalismo viene riempito dal colore dei personaggi. Ognuno di loro racconta una storia, all’inizio pensando di essere un “singolo” eppure, man mano che ci si avvicina alla fine ecco che le persone sono collegate da fili invisibili…
L'angolo di Alexys
La storia è rivolta […] piuttosto a trascinare chi legge nella sua peculiare atmosfera ambigua e morbosa in cui nulla, davvero, è come appare, e le possibili verità si dileguano rapidamente come uccelli nella pioggia.
Leg(g)endaria