LA MUTA tra i “BooksSpecial” di Marco Denti

«In un’intervista di parecchi anni fa Ballard sosteneva che nel futuro le principali malattie a colpire gli esseri umani avrebbero riguardato le vie respiratorie, le facoltà mentali e la cute. Sulle prime è stato profetico, sulle seconde non manca molto, e per quanto riguarda la terza ha avuto un’ottima allieva in Aliya Whiteley. […] la pelle è una costante dell’identità nel tempo e diventa un raro elemento di memoria e un’ossessione al punto di costituire un pericolo. Con tutte le sue simbologie il romanzo di Aliya Whiteley va annusato, sfiorato, toccato proprio perché, in un’era dove tutto è smaterializzato, anche i rapporti umani, riporta il corpo, con le sue variabili e i suoi limiti, al centro dell’attenzione. Ed è molto vicino alla realtà, anche se la osserva attraverso una lente deformante: il tono della scrittura è pop, leggero e movimentato, la trama si snoda come una sceneggiatura, ma quello che scorre in sottofondo, quasi come un presagio, vale molto di più. E Ballard approverebbe, senza dubbio.»

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