Una traduzione come quella di Alla vigilia di Turgenev pone la questione della necessità di tornare a nuove traduzioni per allargare l’accessibilità e la fruibilità di quei testi cronologicamente lontani dall’epoca odierna.
Caramitti sostiene l’efficacia di una prospettiva narrativa resa al presente per ovviare a quel senso di arcaizzazione che potrebbe scoraggiare o comunque non allettare un pubblico di lettori poco abituato al Romanzo russo dell’Ottocento.
Un’intervista di dirimenza appassionante da ascoltare cliccando qui (dall’inizio fino al 12.53”)
Indie n. 17, a cura di Cristina Resa