Anche il delitto è una questione di estetica. Parola di Colin Wilson, scrittore, filosofo e criminologo protagonista e profeta della meravigliosa Londra anni ‘60.
«Nessuno come lui ha saputo raccontare cos’era la Soho di allora, bohémienne ed esistenzialista, intricata e proibita», scrive Antonio D’Orrico. «Wilson fu più un Rolling Stone che un Beatle, più un Mick Jagger che un Paul McCartney. Nel senso che fu affascinato dal male. Nei suoi romanzi e nei suoi saggi i serial killer sono ospiti fissi. Ma non somigliano agli scontatissimi (e ormai ridicoli) serial killer dei libri e dei film odierni. Gli omicidi di Wilson discendono direttamente dal capostipite, dal numero uno, dal leggendario Jack lo Squartatore.»
Sette_Corriere della sera_WILSON – La gabbia di vetro_31.01.2019