«Con una prosa ricca ed evocativa che, talvolta, strizza l’occhio a quella di Mircea Cărtărescu non solo per la forma ma anche per il fil-rouge del ricordo, Kańtoch riesce a comporre il ritratto di una Carmilla moderna, forse inconsapevole della sua carica erotica, dissimulata in un’artificiosa impassibilità.»
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