“…una volta messa a tema, la figura dell’escluso, dell’alienato, dell’isolato chiedeva soltanto di essere ulteriormente esplicitata ed esemplarizzata. Come? Immergendola in una società che, se in linea teorica si proponeva come antitesi all’esclusione, all’alienazione, all’isolamento, vale a dire la società della condivisione, del comunitarismo, della moltitudine, in pratica riproponeva sotto altre forme, subdole e trasversali, la separazione manichea fra noi e loro, fra chi è in e chi è out.
Che il Colin Wilson autore sia questo, cioè un collezionista di marginalità e di irregolarità, il tedoforo di una luce gettata negli angoli bui del secondo Novecento (la parte brevissima del secolo breve, la più frenetica e insonne, depressa e adrenalinica), può immaginarlo chiunque abbia letto, dopo L’Outsider, almeno una delle sue altre opere…”
Leggi l’articolo di Daniele Abbiati cliccando qui
o scaricando l’allegato
Il Giornale, 5 gennaio 2021