«Sgalambro ci propone di praticare una critica dell’ascolto, lasciando da parte l’aspetto sociale e muovendosi verso un punto di vista metafisico. Le teorie redentrici o critiche della musica sono fallite poiché la musica, tutta la musica, è integrata nel mondano. Nell’ignorare l’ascoltatore, e astraendo il linguaggio musicale, la filosofia della musica non ha tenuto conto che tutta la musica è sentita da qualcuno che fa parte del mondo. Un suono è ascoltato sempre da un ascoltatore. Un tempo si pensava che fosse la musica a impadronirsi dell’ascoltatore, fino a che si è arrivati a pensare che l’ascoltatore rozzo e senza ethos si è impadronito della musica.»
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