Romanzo religioso, esistenziale, tragicomico, nell’ultimo capitolo della “Trilogia della solitudine”, Strindberg convoca a sé parecchi e sommi maestri – il racconto biblico del patriarca Giobbe, Swedenborg, Kierkegaard, il Dostoevsky de L’Idiota.
ll capro espiatorio è la storia di un uomo che vuole fare il bene in tutti i modi ma che, come in una maledizione, in tutti modi sbaglia e tutto quel che tocca si muta in male (cade in continuazione come il più imbranato Charlot chapliniano, nelle parole del traduttore). L’esito è quello di un testo di assoluta modernità dove l’elemento biblico-religioso incrocia l’assurdo in una dialettica potentissima e spinosa.
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