Per la prima volta tradotta in Italia, a trentanove anni dalla sua pubblicazione, la satira socio-politica della dittatura sovietica dello scrittore russo Vladimir Orlov.
Danilov, il violista è – scrive Felice Modica – un «libro bello e coraggioso», «tra le righe, una micidiale messa alla berlina dell’estrema burocratizzazione dell’impero Sovietico», in anni [gli ’80 del ‘900] in cui «nessuno ancora avrebbe immaginato la caduta del muro di Berlino.»