INGEBJØRG BERG HOLM: IL TURBAMENTO DEL GHIACCIO

Un’intervista alla scrittrice norvegese a proposito del suo romanzo La rabbia dell’orsa, edito da Carbonio

di Alessandra Pigliaru

«Questa sua terza prova (l’unica fino a ora a essere arrivata in Italia) è catalogata nel genere thriller. Il libro risponde tuttavia al moltiplicarsi di speculazioni più che di tensioni; le donne e gli uomini descritti dalla scrittrice quarantenne, nata a Larvile ma residente a Bergen, vivono in costante allerta, nell’ascolto profondo di sé, aspettando ed esitando immersi in un paesaggio
fuori sesto

D. Ci sono segreti dolorosi come il ghiaccio che sovrasta paesaggi di cui intuiamo lo sconfinato splendore. Isole, fiordi, boschi e animali sono un circostante sensibile e incontrollabile. Come la rabbia, l’ossessione, l’impossibilità di dimenticare e tutti isentimenti che costellano Nina e Sol. Inche modo ha fatto entrare in contatto animali e umani e cosa suggeriscono gli uni agli altri?

R. […] Gli umani moderni tendono a vedersi estemi alla natura o al di sopra. Osservarla come una cosa o un fenomeno è un modo di pensare troppo contemporaneo. E la nozione di «ritorno a una vita naturale» lo è altrettanto, oltre a non essere più vera: dopotutto, la civiltà è naturale per gli umani. I miei personaggi principali lottano tutti per riconciliare la loro bestia interiore con la loro umanità, i loro istinti con il loro intelletto. Se abbiamo bisogno di imparare qualcosa dalla natura selvaggia, è che non c’è separazione. Non siamo né al di fuori, né dentro, ne siamo parte.

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il manifesto, 11 novembre 2021

 

 

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