«…un nutrito contenitore, oltre lo scheletro narrativo, stracolmo di ridondanze interiori – stimoli-eco-amore/dolore-filosofie-prassi/teorie-reverie – mai sterili o fini a se stesse, e dunque funzionali a una trama che forse è un pretesto e/o forse no. Poco importa, poiché ciò che rimane in ultimo, tra le pagine chiare e le pagine (o)scure di I vivi e i morti, è il suo spesso grado narrativo estetico-formale.»
Recensione di Mario Bonanno da leggere cliccando qui