Scrive Damiano de Tullio: «un libro che “tratta della vita con la stessa franchezza con cui siamo costretti a viverla”. Il testo – tra flussi di coscienza e scettiche incursioni nel campo dell’esoterismo, rimandi letterari e filosofici legati alla vasta erudizione e alla capacità analitica non convenzionale che, sin dall’esordio con L’Outsider, costituiscono la cifra stilistica dell’autore -, si sottrae dall’inquadramento in un genere, e si impone come interessante esperimento di scrittura di cui risultano chiari il valore storico e la forza dirompente all’epoca della pubblicazione.»
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