ANDREA CARRIA: Sarah, puoi spiegare a me e al resto dei lettori italiani cosa significa vivere in una famiglia religiosa e strettamente osservante come quella di Telma nell’Israele di oggi? E in particolare: cosa significa questo per una giovane donna?
SARAH BLAU: Oggi mi definisco religious-lite. Voglio dire, sono cresciuta in una famiglia religiosa, ero una ragazza religiosa e un’adolescente religiosa, oggi però la mia religiosità è molto più liberata e liberale. Sono una persona religiosa, ma indipendente: se ad esempio ho dei dubbi decido da sola e non chiedo il parere di un rabbino. Ce ne sono molti altri come me in Israele, tutte persone che danno importanza alla Torah e alla tradizione, ma che pensano che ci sia pure un posto per l’individualità. Credo che oggi la religione ebraica si stia aprendo, e il ruolo stesso delle donne sta diventando più centrale. […] Telma (la protagonista del Libro della creazione) non crede in Dio, non è il centro della sua vita. Del resto, qual è il centro della sua vita religiosa? La famiglia ebrea, la storia ebraica e la paura. È una donna giovane, non convenzionale, con molte paure e tanta rabbia; è una donna che è nata in una famiglia religiosa, ma la fede non la smuove – ci è semplicemente nata. È come giocare alla roulette: questi sono i numeri che le sono capitati, e sta cercando di fare del suo meglio con quello che ha. Se però avesse potuto, avrebbe scelto altri numeri.”
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