In collegamento da New York, il filosofo inglese parla del suo pamphlet esortando ad affrontare la questione del suicidio sin dalle scuole superiori con i più giovani altrimenti in balìa delle sole sirene social, spesso portatrici di messaggi confusi e letali, specie se chi li intercetta si trova nel delicato percorso della formazione della personalità.
Dobbiamo allontanarci dal vedere il suicidio sia con un approccio morale – il suicidio è un ‘peccato’ – secondo la retorica e l’argomentazione cristiana – sia come reato – chi si suicidia viola la legge, commette un crimine –, un quadro di pensiero, questo, dominate per gli interi secoli XVIII-XIX e XX. Guardiamo al suicidio semplicemente come atto libero per mezzo dello strumento dell’empatia, in tal senso il ricorso alla letteratura nell’andare a fondo della questione è stato importantissimo per Critchley che si è fatto guidare da autori come Virginia Woolf, Jean Améry, Emil Cioran.
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RaiCultura, 19 luglio 2022