SOLO recensito su “Barbadillo”

«Quello del personaggio strindberghiano è un arrendersi al mondo o un rifiutare il mondo? Una fuga in se stessi, nel proprio io, nella propria interiorità o un “passaggio al bosco” di jüngeriana memoria? Passaggio proprio di chi crea una cittadella interiore rifiutando la modernità? Un tale romanzo rifiuta la modernità, con le sue convenzioni borghesi, e l’amore per un altro genere di rapporto sociale, comunitario, più legato a valori profondi e non all’individualismo protestante.»

Leggi la recensione di Manlio Triggiani cliccando qui

 

 

 

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