Scrive il filosofo Marco Filoni sul libro di Simon Blackburn: “Con un registro autoironico, capace di passare dai classici del pensiero ai selfie e al disprezzabile narcisismo di molti personaggi pubblici, Blackburn riesce nel tentativo di orientare, di fornire le basi per la costruzione di quella bussola morale che il nostro tempo sembra aver smarrito.”
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