Scrive Elisa Marchegiani: “Ci sono storie distorte dal tempo, dall’abitudine, dalla leggerezza. […] Molte di loro meriterebbero un un nuovo inizio, una nuova prospettiva, come la storia di Sandra Eleanor Hensby in Rivett.
Ce la narra Jill Dawson […] con sensibilità e delicatezza da un punto di vista finalmente differente ma senza allontanarsi da sentenze, prove, testimonianze. Senza togliere forza, veridicità e profondità alla storia, lasciando il giusto spazio alla fantasia. […] per ricordare, ribadire, sottolineare quanto oggi come allora sia facile fare di un uomo colpevole il protagonista, quasi un eroe e far dimenticare la vittima, metterla in secondo piano, come se già la violenza subita non fosse stata abbastanza.”