Scrive l’anglista Gioia Angeletti: “Ragazza madre in conflitto con la figura materna, dotata di spirito pratico, è Mandy la vera ‘sensitiva’ del romanzo: lei che vuole ‘sentire le cose’, ‘conoscere le proprie sensazioni’; lei che, dimenticando il divario sociale, sa provare empatia per una Lady, percependone la vulnerabilità nel suo incomprensibile amore tossico verso un uomo violento. Il silenzio che circondò la vittima nel 1974 è rotto dalla forza di questo splendido personaggio che, grazie alla maestria narrativa di Dawson, si trasforma in persona davanti ai nostri occhi.”
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